-Salice-

cenni storico-geografici

a cura di Federico Lotta  
(parte II)
Fontana del 1716
All’interno della chiesa si può ammirare un dipinto ottocentesco raffigurante la Madonna col Bambino, oggi collocato nel primo altare laterale a sinistra rispetto al portale centrale.

Gli altari laterali più riccamente decorati sono quelli dedicati a Santo Stefano Juniore e a Santo Stefano Protomartire.

Un’altra opera di rilievo, oggi purtroppo perduta a causa di un furto avvenuto negli anni ’80 del Novecento, era un quadro seicentesco raffigurante Santo Stefano Greco, eseguito in uno stile tardo-bizantineggiante.

Nella stessa piazza, di notevole valore artistico, si possono osservare due elementi storici: una colonna crucifera in marmo e pietra risalente al Cinquecento, e una fontana del 1716 con vasca ed eleganti elementi decorativi scolpiti in pietra.
Colonna crucifera
Chiesa SS. Annunziata - esterno


Proseguendo verso mare, la terza e ultima chiesa è quella dedicata alla SS. Annunziata.

La chiesa, probabilmente edificata verso la fine del ‘300, presenta una pianta a croce latina. Ciò che resta di quest’ultima è la navata priva di copertura e il transetto, il cui soffitto ligneo è stato ricostruito durante il restauro effettuato negli anni ’70 del ‘900.

Di notevole valore artistico è il tondo sull’altare maggiore, scultura marmorea attribuita alla scuola di Rinaldo Bonanno raffigurante l’Annunciazione, risalente al ‘500.

Tondo marmoreo Annunciazione
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Piccolo, compatto e ben celato dietro le alture del Monte dei Centri, il "Forte" si presenta come una struttura strategica, parte del sistema di fortificazione dello Stretto voluto dall’allora Ministero della Guerra. Tale sistema comprendeva diciotto forti dislocati nel territorio messinese, con il compito di colpire il naviglio nemico.

Inaugurato nell’ottobre del 1889 e costruito secondo i modelli delle fortificazioni rinascimentali, il complesso presenta un fossato, un ponte levatoio oggi bloccato e due coppie di cannoni. Fu utilizzato sia prima che dopo la seconda guerra mondiale come punto di ritrovo per i soldati e come deposito di munizioni. Nell’area circostante, si conservano i ruderi di una casermetta di notevole pregio storico.

La struttura è orientata a ponente e domina il mar Tirreno, il golfo di Milazzo, le isole Eolie e le aree circostanti. Durante il periodo tra le due guerre mondiali, subì modifiche strutturali con l’aggiunta di rinforzi e vedette in cemento armato.

Fino agli anni ’90 del Novecento, il forte era fruibile liberamente dalla popolazione e rappresentava un punto di aggregazione per i giovani e i meno giovani del villaggio. Oggi è gestito dalla cooperativa “La Zagara”.

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Simbolo identitario del villaggio, la Torre Benini — conosciuta anche come “Castelluccio” — è una torre interamente scarpata, dalla forma a piramide tronca e pianta quadrata. La sua struttura si inserisce, presumibilmente, nel più ampio sistema di torri di avvistamento che punteggiano la costa messinese, edificato nel corso del XVI secolo.

Le torri situate lungo il litorale avevano principalmente funzioni difensive e di avvistamento marittimo. La Torre Benini, invece, per la sua posizione più interna e la dimensione contenuta, svolgeva con ogni probabilità una funzione esclusivamente di vedetta.

L’origine della torre resta ancora oggi oggetto di discussione: secondo alcune ipotesi, sarebbe stata edificata nel XIX secolo da nobili locali come punto di osservazione a uso venatorio, ispirandosi stilisticamente alle torri costiere cinquecentesche.

Con il passare del tempo, e in particolare nella prima metà dell’Ottocento, queste strutture persero gradualmente la loro funzione originaria, venendo spesso abbandonate o convertite ad altri usi, come quello abitativo o religioso. La Torre Benini fu infatti trasformata in cappella, diventando per molti anni meta della processione dell’Ascensione di Gesù, che vi si svolgeva fino agli anni Settanta del Novecento.

— Prof. Federico Lotta

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