-Salice-

cenni storico-geografici

a cura di Federico Lotta  
(parte I)
Pro Loco Casali Peloritani

Le origini storiche del villaggio di Salice affondano le radici nel XII secolo. La prima data certa riguardante gli insediamenti antropici nel territorio risale al 1134, anno in cui Ruggero II donò il territorio di Salice al monastero del SS. Salvatore.

I monaci basiliani si insediarono nell’area, ricevendo l’incarico di edificare un villaggio. Ancora oggi restano tracce materiali e immateriali del loro passaggio: un santuarietto semipogeico, la chiesa di Santo Stefano il Giovane, e la devozione popolare con i relativi riti a lui rivolti.

La comunità monastica rimase probabilmente attiva fino al 1342, come attestato da un manoscritto conservato nella biblioteca del SS. Salvatore. Successivamente, nel 1480, i monaci vendettero i territori di Salice prima a Francesco Cuglituri, poi a Bartolomeo Gioeni.

Nel 1685, il Viceré Francesco de Bonavides mise in vendita i casali a nord di Messina, tra cui Salice. Questi passarono prima a Don Tomaso San Filippo, Duca delle Grotte, poi a Don Nicolò Ramondetta, e infine, nel 1705, ai Principi Alliata, Duchi di Saponara.

Nel 1727, a causa del mancato rispetto delle clausole contrattuali da parte dei feudatari, Salice tornò sotto il controllo del regio demanio, insieme ad altri casali messinesi.

Nel 1819, Domenico Pettìni acquistò da Carlo Cottone, Principe di Castelnuovo, la contea di Bauso, comprendente anche Salice. Alla famiglia Pettìni appartiene lo stemma nobiliare che ancora oggi adorna la facciata del palazzo che si affaccia su via Principe Umberto. L’edificio, acquistato negli anni ’20 del Novecento dalla famiglia Mazzeo, oggi versa in uno stato di totale abbandono.

salice

Percorrendo la SP51 da Messina, il primo punto di interesse paesaggistico è senza dubbio Piazza Madonna di Lourdes, da cui si gode una splendida vista panoramica sul villaggio immerso nel verde, sul Mar Tirreno e, nelle giornate limpide, sulle Isole Eolie.

La piazza fu realizzata negli anni Settanta del Novecento e, grazie alla presenza di alberi, aiuole e panchine, rappresenta ancora oggi un luogo ideale per sostare all’ombra, godere del fresco e intrattenersi in piacevoli conversazioni.

Nella rocca che la sovrasta è stata ricavata una grotta che ospita le statue della Madonna di Lourdes e di Santa Bernadette, rendendo l’area un luogo raccolto, intimo e adatto alla preghiera.

Ai margini della piazza si trova anche un monumento commemorativo dedicato ai caduti delle due guerre mondiali, memoria silenziosa della storia del villaggio.

Villaggio Salice

Seconda tappa obbligata è la chiesa di Santo Stefano Juniore, edificata verso la fine del XIII secolo in stile normanno-svevo, durante l’ultimo periodo d’attività dei monaci basiliani.

Di dimensioni contenute, fu la prima chiesa madre del villaggio fino al 1781. La navata centrale, unica, è sormontata da una volta ogivale originale, elemento architettonico raro che rende l’edificio unico nel territorio messinese.

Il transetto è coperto da un tetto a capriate lignee, realizzato durante i restauri effettuati nella seconda metà del Novecento.
I portali d’ingresso, tre — o quattro, considerando quello oggi inglobato nella struttura — presentano archi a sesto acuto realizzati in pietra locale e pietra lavica.

A separare la piccola navata dal transetto si erge un grande arco trionfale in pietra. Sul presbiterio si trova un altare laterale barocco in stucco, pregiato per la qualità decorativa, che ospita una splendida statua marmorea della Madonna, risalente al 1724.
L’altare maggiore è collocato nell’abside, incorniciato da una raffinata struttura in pietra dallo stile classicheggiante.

Salice


Raggiungendo la piazza principale, si incontra la chiesa di Santa Maria delle Grazie, edificata intorno al 1550, donata alla parrocchia nel 1654 ed elevata a chiesa madre del villaggio nel 1781.

All’interno si conservano pregevoli stucchi barocchi e diverse tele realizzate tra il Cinquecento e la fine dell’Ottocento.
La più antica è un dipinto su tavola del XVI secolo raffigurante la Madonna di Monserrato con le sante Lucia e Apollonia, riconoscibili dagli strumenti del loro martirio. Al centro è rappresentata la Madonna col Bambino; sullo sfondo, il monte Monserrato, ai cui piedi si scorge una chiesa che richiama l’edificio salicese.

L’autore dell’opera è sconosciuto, ma si ritiene appartenesse alla scuola manierista locale, influenzata dallo stile di Antonello Riccio. In basso a destra è visibile un piccolo autoritratto dell’artista, dettaglio piuttosto raro per l’epoca.

Alla sinistra dell’altare maggiore, sul presbiterio, è collocato un altro dipinto su tavola del XVI secolo, raffigurante Santa Caterina d’Alessandria, riconoscibile per la corona, la spada e la ruota, simboli del suo martirio.

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